Pec: vediamo quando sei obbligato a rispondere e come non mettersi nei guai

Cosa dice la normativa italiana in merito all’obbligo di risposta alle PEC? Una PEC ha un valore burocratico differente dalla semplice mail.

Tutti i possessori del servizio PEC si chiedano dunque come comportarsi in seguito alla ricezione di una comunicazione che richiede una risposta. Bisogna rispondere per legge? C’è un obbligo formale nel rispondere a una PEC con un’altra PEC oppure è possibile ignorare la comunicazione? Cosa dice in tal proposito l’ordinamento italiano?

PEC: come comportarsi in caso di non risposta
È obbligatorio rispondere a una PEC? – ffwebmagazine.it

La Legge italiana non impone in alcuna norma ai privati l’obbligo di rispondere a comunicazioni come PEC, raccomandate o altri tipi di corrispondenza. Ciononostante esistono alcune eccezioni, cioè casi in cui è doveroso per il soggetto rispondere nel merito a comunicazioni giunte attraverso messaggi di posta certificata. In tutti gli altri casi, la risposta è sempre facoltativa.

E chi sono questi soggetti obbligati alla risposta? Sono i non privati. Per esempio la Pubblica Amministrazione, che è obbligata a rispondere entro trenta giorni a richieste di accesso agli atti. Richieste come l’accesso documentale, l’accesso civico o l’accesso generalizzato inviate tramite PEC devono dunque ricevere sempre una risposta. Poi esistono alcuni statuti comunali che impongono all’ente pubblico debba rispondere per iscritto a ogni istanza avanzata dai cittadini per mezzo di posta certificata.

Risposte alle PEC: ecco quando sono obbligatorie

Ricapitolando: i privati sono liberi di fare come vogliono. Possono dare o meno un riscontro ai messaggi di posta elettronica certificata. Ovviamente è opportuno tenere sempre in considerazione le possibili conseguenze di non risposte a ingiunzioni, contestazioni o atti ufficiali.

Rispondere alle PEC: c'è un obbligo?
Rispondere ad una Pec, come non finire nei guai – ffwebmagazine.it

Dato che questo sistema di comunicazione è, come già detto, equivalente dal punto di vista legale a una raccomandata con ricevuta di ritorno, il contenuto può essere vincolante da un punto di vista amministrativo e burocratico. Se per esempio una PEC contiene una contestazione, il non rispondere al messaggio poter equivalere a un silenzio assenso. Quindi al non difendersi dalla contestazione stessa.

Se invece ad arrivare via posta certificata è una multa o un’ingiunzione di pagamento, non rispondere al messaggio (non dimostrare cioè l’avvenuto pagamento) porterebbe a delle sanzioni. Il consiglio, dunque, è quello di valutare ogni volta caso per caso, anche se non c’è obbligo formale di risposta. Il problema è che per rispondere a una PEC con un messaggio certificato bisogna essere provvisti di un sistema di certificazione, che è a pagamento.

Gli unici soggetti che sono obbligati a rispondere alle PEC sono le pubbliche amministrazioni e altri enti pubblici, ma solo quando queste istituzioni sono interrogate per richiedere particolari informazioni o autorizzazioni (come l’accesso agli atti).

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