Contratti e Partite IVA: allarme, così l’azienda può liberarsi di te | Nuove regole aggiornate

Hai la partita IVA? Fai molta attenzione. Con questo escamotage l’azienda per cui lavori si può liberare di te con uno schiocco di dita.

I liberi professionisti con una partita IVA in loro possesso, hanno la totale libertà di poter erogare servizi a più aziende in contemporanea. A patto che, ovviamente, agiscano nel pieno rispetto del regime fiscale a cui fanno riferimento. Ma dall’altra parte, non sempre questo tipo di trattamento viene ricambiato volentieri: ecco il motivo.

Partita IVA e aziende: attenzione agli accordi
Partita IVA e azienda: occhio all’accordo! (FFWeb.it).

Alle volte può capitare di trovare alcune aziende che collaborano solo con liberi professionisti, e non con dipendenti assunti tramite contratto regolare. Il motivo è che possono avere maggiore libertà di assegnamento, e soprattutto tutele maggiori a livello professionale nonché fiscale. Anche nel caso della libera professione, esiste ovviamente la rescissione di un contratto. E può avvenire solamente seguendo un iter burocratico ben preciso. I motivi per cui ciò avviene possono essere tra i più disparati. Il più comune riguarda l’inadempienza agli obblighi del freelance in questione. Ovvero la figura che eroga un servizio al committente che lo ha richiesto, in poche parole.

La rescissione contrattuale, nota anche come “risoluzione”, prevede dunque l’interruzione consensuale dei rapporti di lavoro che si sono svolti fino ad ora. Ciò può verificarsi anche anticipatamente, per volere o dell’azienda committente o del libero professionista fornitore. Si tratta infatti di una procedura che può essere avviata da entrambe le parti, a prescindere dalla posizione dunque. Chiaramente deve avvenire con anticipo, affinché sia valida ed effettiva. Anche se questo dipende dal tipo di contratto che lega le due parti. Ma generalmente c’è un limite che bisogna rispettare. Limite che, come premesso nel corso dell’introduzione, non sempre viene rispettato. E che può creare un bel po’ di problemi.

Cosa non meno importante, ci devono essere soprattutto dei presupposti che siano altrettanto validi.

Aziende e partita IVA: ecco la trappola più grande

La trappola più grande nonché capace di creare vari dissapori tra le due parti coinvolte, è il procedimento definito come “presunzione di rapporto subordinato“. Si verifica quando il libero professionista in questione figura come collaboratore esterno, ma con mansioni e vincoli tipici di una figura dipendente. Si tratta di una prassi ormai nota, che viene (quasi) sempre punita severamente.

Rescissione di un contratto con partita IVA: guida ufficiale
Contratto di lavoro: come va rescisso? (FFWeb.it).

Se il collaboratore presenta una posizione fissa in una delle sedi per cui è assunto, allora ci sono i presupposti effettivi per parlare di presunzione di subordinazione.

Inoltre, anche il fatto che il corrispettivo ottenuto corrisponda a più dell’80% del fatturato degli ultimi due anni potrebbe far sorgere qualche dubbio. Dunque, è bene prestare molta attenzione a certe dinamiche. E soprattutto, accertarsi del fatto che ogni rescissione o risoluzione avvenga tramite comunicazione scritta.

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