Fame emotiva, ecco perché quando sei triste non smetti di mangiare

Mangiare tanto perché si hanno problemi irrisolti molto più profondi: non bisogna ridurre tutto al semplice cibo

Quante volte ci troviamo ad essere protagonisti o semplicemente al cospetto di una persona che non riesce a moderarsi nel cibo. Non si tratta di semplice voglia. Di voler assecondare una golosità. Non è un qualcosa che conduce solo alla mera introduzione di alimenti golosi. Non si tratta di fame. C’è qualcosa di più profondo che va analizzato, studiato. Aspetti, perlopiù negativi, che devono essere conosciuti e superati.

fame emotiva smettere di mangiare
Fame emotiva, la tristezza non ferma l’appetito – ffwebmagazine.it

I problemi alimentari – sì, perché è così che si chiamano – sono molto più diffusi di quanto ci si pensa. Infatti, anoressia, bulimia e non solo celano dei disagi emotivi molto più profondi. Se ci si abbuffa di cibo o si introducono quantità minime di alimenti è perché c’è qualcosa che ci ferisce l’anima. Aspetti che vanno fatti cicatrizzare per poter stare bene.

Ecco cosa c’è dietro una grande abbuffata

Ci capita di sottovalutare troppo spesso chi ha un vero e proprio problema con il cibo, in questo specifico caso, con il troppo cibo. Ci si lascia andare a commenti senza sé e senza ma che vedono come protagoniste frasi di questo genere: “Mangia troppo perché è grasso”, “Non riesce a fermarsi, è troppo goloso”, “Per la quantità di cibo che mangia, finirà perlomeno per scoppiare. Ma dietro questo disagio c’è paura e marchi indelebili provocati da esperienze di vita non piacevoli.

Il cibo può essere visto come un porto sicuro, un amico che non tradisce e soddisfa al bisogno. Quando si è soli e abbandonati ci si lascia andare ad un vizio, il cibo può diventare una vera e propria ossessione perché ancora di salvataggio.

Fame emotiva, ecco perché quando sei triste
Fame emotiva, ecco perché quando sei triste -ffwebmagazine.it

Quando si vive nella solitudine e nella noia ci si catapulta sull’introduzione eccessiva di quantità di cibo. Soprattutto quando non c’è nessuno ad accorgersi della presenza di coloro che sembrano essere ai margini della socializzazione. Vien da sé che l’aiuto è di sicuro ciò che può avvantaggiare i soggetti che hanno queste problematiche. Non è semplice uscirne da soli. Un vortice buio, che a volte sembra non avere una fine illuminata. La difesa di chi mangia troppo è il cibo stesso.

Alle offese e agli attacchi si reagisce mangiando troppo. La reazione finisce per distruggere ancora di più chi si sente annientato da tutto il resto. Il cibo può, inoltre, essere visto come quell’amore che non si ha. Fiducia e sicurezza che si vanno a ricercare, appunto, nel mangiare troppo. Il corpo che non piace, l’autostima che non c’è fa sì che non avere cura di sé stessi non sia un problema.

Ovviamente è necessario, per superare questa condizione, rivolgersi ad un professionista per un percorso volto, più che altro al recupero o comunque alla costruzione di una propria identità. Solo la fiducia in sé stessi può fare la differenza e tirare fuori dal vortice degli eccessi.

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