Buoni fruttiferi postali, tutti li vogliono ma non tutti li conoscono | Quanto sono sicuri davvero

Poste Italiane continua a pubblicizzare l’acquisto di buoni fruttiferi postali (BFP). Ma conviene ancora investire su questi particolari titoli?

I buoni fruttiferi postali sono strumenti di risparmio e investimento ancora molto ricercati in Italia. Secondo un recente calcolo, i risparmiatori italiani hanno versato più di duecento miliardi di capitali in BFP. Questa particolare tipologia di titolo garantisce la restituzione totale al risparmiatore del capitale. Il funzionamento dei buoni è semplice. Ci si reca alle Poste, si versa una somma di denaro a scelta, e su questa cifra si maturano periodicamente degli interessi.

BFP: i vantaggi e gli svantaggi
Buoni fruttiferi postali: convengono ancora? – ffwebmagazine.it

Il risparmiatore può farsi restituire il capitale quando preferisce, ma gli interessi in genere maturano solo dopo un periodo di tempo che va dai sei ai dodici mesi dal giorno di sottoscrizione dei BFP. Ed è per questo che i buoni fruttiferi postali sono considerati sicuri. Lo Stato, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), si fa sempre da garante sull’investimento. E ciò significa che fondamentalmente questi strumenti, pur se collocati sul mercato da Poste Italiane, vengono emessi dalla CDP.

In questo senso il buono non è soggetto a oscillazioni di mercato. Quando si fa richiesta di rimborso, la somma investita viene restituita per intero. Non ci sono commissioni di gestione: si paga solo una quota di iscrizione di cinquanta euro. La tassazione sui rendimenti annuali è del 12,5%. Molto meno, quindi, del 26% imposto sulle rendite finanziarie.

Quanto sono sicuri i buoni fruttiferi postali: tutte le risposte

I BFP non sono troppo convenienti quando sono di breve periodo, dato che hanno un rendimento nominale piuttosto basso, pari alla 0,15%. Il rendimento salea seconda della durata del Bfp.

I buoni fruttiferi postali: come funzionano
I pro e i contro dei BFP – ffwebmagazine.it

Gli svantaggi dei buoni fruttiferi postali sono in realtà pochi ma comunque importanti. Nessuno tiene per esempio in considerazione il rischio emittente. Se infatti lo Stato Italiano dovesse fallire i BFP diventerebbero sostanzialmente carta straccia.

Il fallimento dello Stato sembra improbabile ma non è un evento impossibile, soprattutto dopo la crisi dell’Eurozona e il crack bancario americano. E poi c’è un altro problema… Tempo fa le Poste Italiane sono entrate in causa con alcuni risparmiatori che avevano BFP trentennali: le Poste avevano erogato la metà degli interessi spettanti ai risparmiatori. Non tutti i BFP sono convenienti, quindi attenzione a quale strumento si intende sottoscrivere. Sottocrivere più buoni insieme non è mai conveniente, ed è risaputo.

Chi è alla ricerca del l’investimento più sicuro in Italia, ancora oggi, punta sui buoni fruttiferi postali. Un evergreen, che ha ancora pochi reali concorrenti.

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